La Metafora nel Kintsugi

L’arte del Kintsugi rientra nella visione dell’estetica giapponese del wabi-sabi che induce a considerare la bellezza delle cose semplici, imperfette, incomplete, ad accettare la temporaneità delle cose e i segni lasciati dallo scorrere del tempo:

uno stile di vita che cambia la maniera di considerare ciò che ci circonda.

Mentre l’attribuzione della metafora secondo cui la fragilità delle crepe di un oggetto, paragonata alla fragilità dell’anima e messa in evidenza con la polvere similoro acquista un raffinato valore, è un fenomeno occidentale e contemporaneo, che invita a riflettere su come consideriamo le ferite/dolori che portiamo addosso e ad analizzare e riprendere in mano la nostra vita, dopo una caduta.

Le crepe sul vaso rappresentano appunto le ferite, mentre l’oro rappresenta la bellezza che le persone sperimentano quando superano la sofferenza. 

La tecnica del Kintsugi suggerisce di guardare le cose che ci sono accadute da un’altra prospettiva: e se anziché nascondere le fratture emotive che i dolori ci hanno provocato cominciassimo a trattare la nostra fragilità come elemento che ci rende unici e non come debolezza? 

Significherebbe farci un dono immenso di autostima. 

I vari passaggi che si eseguono durante la tecnica di riparazione del Kintsugi, moderna o tradizionale che sia, rappresentano metaforicamente il recupero della fiducia nelle proprie capacità, per questo è considerata una forma di arte terapia.

La rottura, accidentale o voluta dell’oggetto, rappresenta il momento per concentrarsi su cosa è accaduto, “raccogliere” se stessi e, con calma, decidere di prendere in mano la propria vita e ricominciare.  

E’ il momento di raccogliere i “cocci” e accogliere, per poterla superare,  la sofferenza: dopo la rottura  arriva la fase di mettere insieme i pezzi e decidere da quale parte ricominciare, è l’occasione giusta per guardare da una prospettiva nuova la propria vita andata, per qualche ragione,  in frantumi.

Con molta probabilità i frammenti non coincideranno più alla perfezione, alcuni pezzi verranno smussati e altri addirittura sostituiti per accogliere uno o più frammenti che erano parte di un altro oggetto (tecnica Yobitsugi): è  la fase in cui valutare se tenere tutti i pezzi o toglierne qualcuno per fare spazio al “nuovo”.

Mettere insieme i pezzi è il punto di svolta in cui entra in gioco la creatività quotidiana, quella spontanea che ognuno di noi possiede e che spesso sottovaluta.

La creatività quotidiana è la fonte a cui accingiamo tutte le volte che ci si presentano difficoltà o situazioni inaspettate che compongono il susseguirsi dei nostri giorni.  

Dopo aver compreso da quale frammento ricominciare, arriva il momento di agire e riparare:  adesso abbiamo tutti gli strumenti necessari per farcela e se cadiamo di nuovo, sappiamo che si può ricominciare.

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